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"Gli scacchi fatti a pezzi. Saperne abbastanza per non sfigurare a cena" di Giorgio Ricca

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  Quanto serve conoscere gli scacchi per orientarsi nel mondo d’oggi? Non molto, per la verità. Non si può però ignorare che negli ultimi anni l’interesse per gli scacchi stia pericolosamente aumentando e di conseguenza il rischio di ritrovarsi intrappolati, inermi, in una discussione sul tema. Un amico, un collega o un partner potenziale potrebbero un giorno parlarvi della Siciliana, la loro apertura preferita, escludendovi di fatto dalla conversazione. Magari è già successo, con un sottotesto di inadeguatezza. La buona notizia è che è sufficiente sapere cosa sono un’apertura, un sacrificio, lo scacco matto e poco altro per fare bella figura, mescolando oculatamente tecnicismi e aneddotica. Conoscerne le regole non guasta, ma è comunque secondario rispetto a esplorare un mondo che coinvolge, tra le altre cose, storie di truffe, spionaggio, esperimenti sui bambini, massoneria e follia. Sarete così in grado di capire ed essere partecipi di un inaspettato e impronosticabile recente s...

"Habemus Papam" di Ercole Bonjean

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  Habemus Papam Nell’ampia sala della Circoscrizione Cambiaso risuona un fragoroso applauso. Habemus Papam. I volti di Alessio, Riccardo, Daniele e Graziano diventano luminosi, li abbraccio ad uno ad uno, i miei ex alunni di classe quinta dello scorso anno sono ora campioni liguri, hanno dominato la settima edizione del Campionato Regionale studentesco iscrivendo il nome della loro scuola, la media Giovanni Boine, nel prestigioso Albo d’Oro della manifestazione che ha luogo ogni anno a Genova. I 24 incontri disputati con le altre sei squadre genovesi e spezzine, che avevano superato le precedenti selezioni provinciali, non hanno lasciato adito a dubbi: vincere le 23 partite del totale, un pareggio e nemmeno l’ombra di una sconfitta, è un’ impresa che accade in altri sport, chi è esperto del nobil giuoco sa benissimo che eventi del genere si verificano molto di rado. Quattro anni prima in una sala ben più modesta, precisamente in un’aula delle scuole elementari di Piazza Roma era in...

"La terza via in educazione" di Ercole Bonjean

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    La terza via in educazione La prima dote di un genitore prima e di un insegnante poi è data dalla capacità di insegnare le regole e farle rispettare ai bambini: se non si parte da questa premessa indispensabile si costruisce una diga sulla sabbia. Su come insegnarle  si può discutere, ragionare, ed arrivare, se almeno ci si pone il problema, ad una soluzione adeguata. Il lassismo così come il suo estremo l’autoritarismo non sono strade percorribili, punte estreme dell'educare che producono cattivi risultati anche se entrambe possono essere apparentemente più comode. E’ più facile dire fai questo e fai quello, oppure fai quello che vuoi. Molto più impegnativo è l’ottimismo  mosso dalla volontà di fare dell’educatore che cerca in primo luogo di migliorare se stesso ed essere figura affascinante e carismatica alla quale il bambino o la bambina riconosce e consente. Chi non ricorda il best seller americano rivolto ai genitori “I no che aiutano a crescere” di Asha Phi...

"Come si scrive?" di Ercole Bonjean

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   Mi piace pensare ai vari segni della punteggiatura come alle pause di uno spartito musicale nel quale le parole sono le note e i segni d’interpunzione le pause, i tempi dell’opera. Il compositore è libero di creare musica come desidera; mentre compone l’opera suona il pianoforte e sovente cambia le pause, talvolta cambia le note, e la musica cambia. E’ ciò che avviene quando si scrive, se sposti una virgola cambia il senso di quanto vogliamo affermare. La grammatica non può dettarci una regola che non ha regola. Sta a noi valutare attentamente quando occorra o meno inserire nello scritto il segno che ci sembra più adatto allo scopo. Il buon senso e la logica sono la regola non scritta a cui dobbiamo fare riferimento. Come si scrive?                                                      ...

"Gli scacchi a scuola" di Ercole Bonjean

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    Gli scacchi sono "uno stupefacente connubio tra arte e scienza". Il gioco più antico del mondo, come tutte le cose belle, è ancor oggi lo sport della mente per eccellenza, capace di sviluppare i due lati del pensiero: quello convergente che presiede alla razionalità e quello divergente che muove la parte creativa. Per queste sue caratteristiche il gioco degli scacchi è stato inserito a pieno titolo tra le materie scolastiche in molti Paesi del mondo. Per esperienza personale come giocatore di scacchi e come maestro, posso dire che aiutano i bambini a riflettere, a competere in modo sano e a collaborare tra loro. Senza considerare la trasversalità dell'esperienza scacchistica che offre svariati spunti per le attività educativo didattiche, in particolare in matematica, in italiano, in storia, in inglese. Ma come si può fare per inserirli tra le attività curricolari? Ci si può rivolgere al locale circolo di scacchi, in genere ve n'è almeno uno per ogni capoluogo di p...

"Caro Diario," di Ercole Bonjean

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  Caro Diario, ieri, con i miei alunni di classe quinta, insieme alle mie colleghe, ci siamo recati in visita alla scuola media “Giovanni Boine”. I ragazzi attendevano con ansia, mista a curiosità, questo momento perché tra qualche mese lasceranno i maestri per i professori. Ti confido subito che sono tornati nelle loro classi, situate ai piani inferiori dell'edificio che raccoglie i due ordini di scuola, sereni e appagati. Questa mattina li ho sottoposti ad un tema relativo all'esperienza vissuta a seguito della visita alle scuole medie. Dalla gran parte dei loro scritti si capiva con chiarezza che tutte le ansie della vigilia si erano dissolte e al loro posto prendeva corpo il desiderio di cimentarsi con la nuova realtà al più presto; appare nitido il desiderio di cambiamento nel finale del tema di Tommaso. “E' stata una bellissima esperienza: non vedo l'ora di andare in quella meravigliosa scuola”. È stupefacente il sano egoismo dei bambini uniti alla loro schiettezz...

"Giocare con la matematica" di Ercole Bonjean

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   Giocare con la matematica Albert Einstein definiva gli scacchi come il gioco scelto da Dio; secondo il padre della relatività, a differenza dei dadi, basati su leggi puramente statistiche, il gioco degli scacchi risponde a regole logiche, ma stabilite in modo arbitrario, a cui i due avversari si attengono. Le apparenti irregolarità non sono frutto di errori divini: “La natura nasconde i suoi segreti non perché ci inganni, ma perché è essenzialmente sublime”. E’ sorprendente rilevare come i bambini apprendono con relativa facilità le mosse e le regole degli scacchi. In una prima fase il primo modello di riferimento è il maestro, in seguito, una volta che i bambini si sono impadroniti delle regole e sono in grado di condurre a termine la partita, vogliono essere autonomi giocare ed elaborare concetti matematici essenziali a questa attività. La natura stessa dell’attività scacchistica mette sempre di fronte l’alunno a problemi che, per poter esprimere un gioco qualitativamente...