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Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Come si scrive?

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   Mi piace pensare ai vari segni della punteggiatura come alle pause di uno spartito musicale nel quale le parole sono le note e i segni d’interpunzione le pause, i tempi dell’opera. Il compositore è libero di creare musica come desidera; mentre compone l’opera suona il pianoforte e sovente cambia le pause, talvolta cambia le note, e la musica cambia. E’ ciò che avviene quando si scrive, se sposti una virgola cambia il senso di quanto vogliamo affermare. La grammatica non può dettarci una regola che non ha regola. Sta a noi valutare attentamente quando occorra o meno inserire nello scritto il segno che ci sembra più adatto allo scopo. Il buon senso e la logica sono la regola non scritta a cui dobbiamo fare riferimento. Come si scrive?                                                      ...

Gli scacchi a scuola

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    Gli scacchi sono "uno stupefacente connubio tra arte e scienza". Il gioco più antico del mondo, come tutte le cose belle, è ancor oggi lo sport della mente per eccellenza, capace di sviluppare i due lati del pensiero: quello convergente che presiede alla razionalità e quello divergente che muove la parte creativa. Per queste sue caratteristiche il gioco degli scacchi è stato inserito a pieno titolo tra le materie scolastiche in molti Paesi del mondo. Per esperienza personale come giocatore di scacchi e come maestro, posso dire che aiutano i bambini a riflettere, a competere in modo sano e a collaborare tra loro. Senza considerare la trasversalità dell'esperienza scacchistica che offre svariati spunti per le attività educativo didattiche, in particolare in matematica, in italiano, in storia, in inglese. Ma come si può fare per inserirli tra le attività curricolari? Ci si può rivolgere al locale circolo di scacchi, in genere ve n'è almeno uno per ogni capoluogo di p...

Caro Diario,

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  Caro Diario, ieri, con i miei alunni di classe quinta, insieme alle mie colleghe, ci siamo recati in visita alla scuola media “Giovanni Boine”. I ragazzi attendevano con ansia, mista a curiosità, questo momento perché tra qualche mese lasceranno i maestri per i professori. Ti confido subito che sono tornati nelle loro classi, situate ai piani inferiori dell'edificio che raccoglie i due ordini di scuola, sereni e appagati. Questa mattina li ho sottoposti ad un tema relativo all'esperienza vissuta a seguito della visita alle scuole medie. Dalla gran parte dei loro scritti si capiva con chiarezza che tutte le ansie della vigilia si erano dissolte e al loro posto prendeva corpo il desiderio di cimentarsi con la nuova realtà al più presto; appare nitido il desiderio di cambiamento nel finale del tema di Tommaso. “E' stata una bellissima esperienza: non vedo l'ora di andare in quella meravigliosa scuola”. È stupefacente il sano egoismo dei bambini uniti alla loro schiettezz...

Giocare con la matematica

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   Giocare con la matematica Albert Einstein definiva gli scacchi come il gioco scelto da Dio; secondo il padre della relatività, a differenza dei dadi, basati su leggi puramente statistiche, il gioco degli scacchi risponde a regole logiche, ma stabilite in modo arbitrario, a cui i due avversari si attengono. Le apparenti irregolarità non sono frutto di errori divini: “La natura nasconde i suoi segreti non perché ci inganni, ma perché è essenzialmente sublime”. E’ sorprendente rilevare come i bambini apprendono con relativa facilità le mosse e le regole degli scacchi. In una prima fase il primo modello di riferimento è il maestro, in seguito, una volta che i bambini si sono impadroniti delle regole e sono in grado di condurre a termine la partita, vogliono essere autonomi giocare ed elaborare concetti matematici essenziali a questa attività. La natura stessa dell’attività scacchistica mette sempre di fronte l’alunno a problemi che, per poter esprimere un gioco qualitativamente...

La fine di un'amicizia

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  La fine di un'amicizia Il cane e il gatto una volta erano amici: dormivano insieme, mangiavano in compagnia, giocavano d'amore e d'accordo. Accadde però che un giorno in gatto si specchiò sulle rive di un laghetto e, molto contento di se stesso, pensò di essere il più bello, il più elegante degli animali. Da quel momento guardò il cane con aria di superiorità, si sentiva il re degli animali. Il cane che non era certo bello (si trattava di un povero bassotto) se la prese a male. Fu così che i due animali non si poterono più vedere, il cane giocava con i cani, il gatto con il gomitolo della padrona. Finì per sempre l'amicizia, divennero nemici. Ercole Bonjean   ©

Il Carnevale

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  Il Carnevale Sfilano i carri immersi nei colori e nei suoni. E’un tripudio di coriandoli e stelle filanti: giallo, verde, rosso e tanto tanto azzurro colora il giorno. La gente suona, balla, canta, ride. E non è una maschera, non fa finta, ride, ride davvero. E’ il loro volto quello coperto dalla mascherina, nessuno riesce a nascondere gli occhi con dentro la gioia e la bocca ride da sola. Per qualche ora saremo tutti come siamo per merito della maschera che ci nasconde. Non fa neanche più freddo e Palla di Fuoco è in grande forma. Ride dopo la brutta febbre del rigido inverno. Ora scalda la gioia puntando tra le vie della festa i generosi raggi di luce. Lo salutano i suoni delle trombette che spudoratamente si fanno le linguacce. Urla di rabbia un anziano signore perché ha il volto ricoperto di nuvole di panna montata sparate dallo spray. Perché non le assaggia invece di sbraitare, capirebbe che sono dolci: co...

Ad un passo dalla costa

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  A d un passo dalla costa Luci lontane compaiono nel buio profondo del cielo e del mare, ci siamo, ci siamo quasi. Il tempo dà il ritmo alla barca: lenta lenta cerca il nord. D'improvviso un grande falò illumina i volti, ma non è il calore che dà vita: è solo un altro demone che toglie ogni speranza. Nelle nere acque, quando sembra arrivata la fine, una forte e grande mano mi riporta in superficie. Non ho il tempo di incontrare il suo volto e sogno, sogno di approdare in un'isola di pace dove cicatrizzare le ferite e ricominciare. Il tepore del sole mi risveglia e mi dà vigore. Cammino su una spiaggia bianchissima, accarezzata da un mare quieto, di un azzurro intenso. In breve tempo però diventa grigio, come le fredde nuvole che ora invadono il cielo. Desidero una coperta dove trovare riparo. Ne scorgo una fila interminabile vicino alla riva, ma oramai, quelle coperte, non riscaldano più. Ercole Bonjean  ©

Due novembre

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  Due n ovembre Quanti fiori di tanti colori: bianchi, gialli, rosati, violacei, azzurri come il cielo, in questa insolita giornata di novembre. Sono tiepidi oggi i raggi di un pallido sole; compare di tanto in tanto a riscaldarci, mentre gli alti cipressi controllano i passanti: con passo lento, in una lunga fila, si avvicinano per l'incontro con i propri cari. L'immagine sbiadita dei marmi è ricoperta da strisce dorate e solenni. In disparte una serie di croci senza nome, semplici, in legno povero, senza fiori. Solo i bambini fanno festa lì intorno, e giocano a nascondino, e corrono veloci per arrivare primi alla meta. Ora il luogo diventa un giardino colorato, si riempie di profumi e chiacchierii, di tanto in tanto una lacrima bagna la terra, vola tra le grigie nuvole una semplice preghiera. Ercole Bonjean   ©

La scuola di cioccolato

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  La scuola di cioccolato Un giorno il Ministro della Pubblica Istruzione, pensò di cambiare i programmi e l’organizzazione delle scuole  elementari. Una sera al telegiornale dichiarò: - Finiamola con questa scuola dove i bambini devono studiare per ore ed ore, eseguire i compiti e non fare mai niente che li renda felici. Da ora in poi  a scuola ci si dovrà divertire. Tutte le aule dovranno essere piene di giochi, e di tanti bei dolci: cioccolata, caramelle e tanta tanta Coca Cola. I maestri e le maestre dovranno organizzare feste e giochi, e numerose gite divertenti. Dovranno essere proiettati film e cartoni animati intelligenti. Facendo così i bambini ameranno la scuola e di conseguenza studieranno di più; è tanto semplice. La notizia fece il giro del mondo e tutti lodarono la magnifica iniziativa. I bambini erano felici e già si leccavano i baffi. L’unico ad essere un po’ arrabbiato era il Ministro dell’Economia. Tra sé pensava: “Come faremo a pagare tutti quei giochi,...

Babbo Natale e le renne

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  Babbo Natale e le renne Mancano oramai pochi giorni al Natale e Babbo Natale ha preparato i regali per poter soddisfare le richieste di tutti i bambini del mondo. Comincia a preparare la slitta e, come ogni mattina, si reca nella grande stalla del Polo Nord per dare la colazione alle renne. Le trova distese e senza forze.  Le accarezza sulla fronte e si accorge che hanno la febbre alta. Poche ore dopo è sul posto Polosalus il medico del Polo Nord che presta le prime cure. Niente da fare. Prepara allora una bella iniezione e fa una bella puntura alle povere renne. Nonostante l'intervento del medico la febbre continua a salire e con essa la preoccupazione del babbo dalla lunga barba bianca. Quando oramai tutte le speranze sembravano perdute Babbo Natale si ricorda del suo amico mago Sapiens che non è proprio un medico ma un grande saggio. E' sera quando il sapiente giunge nella stalla ed osserva le povere renne ancora sofferenti. Dopo aver ben pensato fa preparare del latte ca...

La leggenda dell'estate di San Martino

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  La leggenda dell'estate di San Martino In una fredda giornata di novembre, un soldato, di nome Martino, incontra un povero vecchio che gli chiede l'elemosina e trema per il freddo. Il cielo è ricoperto di nuvole nere, piove e tira un vento gelido, quasi invernale, il mendicante rischia di morire. Il cavaliere prova una grande pietà e sceso da cavallo, con la spada, taglia in due il suo caldo mantello e lo dona al povero. Il mendicante lo ringrazia con un sorriso e poi continua il suo cammino. Martino prosegue la sua strada mentre la pioggia continua a scendere con forza e il vento continua la sua corsa impetuoso e gelido. Ma ecco che d'improvviso la pioggia cessa di scendere, il vento si placa, il cielo si colora d'azzurro, il sole ritorna: con i suoi caldi raggi riscalda la terra e il cuore degli uomini. Era l'11 di novembre, il giorno dell'estate di San Martino! Ercole Bonjean   © Immagine:  lacasadellacicogna

La leggenda delle lacrime del coccodrillo

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  Le lacrime del coccodrillo Scendono a cascata le lacrime del coccodrillo dentro le acque del grande fiume. La luna osserva e ride. Chiede un po’ di luce al sole in ombra e fotografa l’immagine. Piange il coccodrillo, piange per la piccola e fragile gazzella che correva felice tra le rive del fiume. Non correrà più ora, non potrà più cibarsi della gustosa erbetta che cresce vicino alle acque del grande fiume. A questo pensiero le lacrime aumentano insieme al dispiacere ed alla tristezza infinita per quegli istanti di cattiveria. La faccia gialla scompare nel buio del cielo, si sente ancora più solo. Infine perde coscienza e giunge liberatore il sonno. Dorme per poche ore, lo risveglia un flebile raggio di luce. E’ iniziato il cammino dell’alba. La prima sensazione è quella di un grande vuoto. Brontola sempre di più il suo amico stomaco e chiede di essere riempito. Come ogni mattina, a quel segnale, non può in alcun modo dire no; entra dentro al cespuglio più folto e vicinissimo al...

Lettera di Babbo Natale ai bambini

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  Cari bambini, ci siamo: è di nuovo Natale! Mi sono giunte richieste da tutte le parti del mondo: tanti bambini, ma anche qualche adulto, mi chiedono tantissime cose e io sono mesi che non faccio altro che preparare regali: è un periodo di grande lavoro! Bambole, video game, auto telecomandate e chi più ne ha, più ne metta. Meno male che una volta preparati i pacchi potrò volare velocissimo dappertutto. L'altro giorno, proprio mentre pensavo di avere terminato il mio lavoro, mi è giunta una strana richiesta: una bambina, di un paese della Liguria, non vuole niente per sé. Ha sentito che nel mondo ci sono guerre, carestie, tanti bambini soffrono la fame. Questa bambina mi scrive:  "Caro Babbo Natale,  io non voglio niente per me, ho già tutto, perché non voli con la tua slitta ad aiutare chi non ha neanche da mangiare?". Ho riflettuto su quanto mi ha scritto questa bambina e penso che abbia ragione. Lavorerò anche la notte, porterò meno regali ai più ricchi e volerò con l...